
Giorgio VI, l’uomo che non voleva diventare Re, è oggi ricordato in patria (e non) come uno degli uomini-simbolo della seconda Guerra Mondiale, colui che non abbandonò mai il suo popolo, anzi nel momento del bisogno superò i propri problemi per svolgere al meglio una carica arrivata all’improvviso e nel momento storico meno opportuno. Doveva rimanere nell’ombra, nato con problemi di salute è diventato un esempio: con perseveranza, tenacia, grande forza di volontà ed un gran quantitativo di apertura mentale, si possono ottenere anche risultati insperati.

Il Discorso del Re, non è un film storico, non è una noiosa monografia, ma un inno alla forza ed alla vita, in cui la storia pare solo un pretesto per ricordarci cosa sia essere uomini e che si può diventare Grandi uomini.
Pellicola che non focalizza sulle vicissitudini di Re Giorgio VI, non dedica ampio spazio alla imminente guerra, non sottolinea ad ogni occasione che le vicende si basino su una storia vera. Non vuole drammatizzare, enfatizzare, facilitarci le lacrime e neppure forzarci a riflettere. È appassionante nella sua semplicità e nel suo dedicare l’80% della pellicola a Bertie ed il restante tempo all’australiano “logopedista” ed alla consorte Elisabetta, sua più grande sostenitrice (qui una impeccabile Helena Bonham Carter).
Assistiamo ad un’opera decisamente simile ad una pièce teatrale, con pochissimi esterni, quasi mai bagni di folla, sempre gli stessi interni e soprattutto per la maggior parte del tempo ci propone un duetto (fatto di costanti primi piani) tra Colin Firth e Geoffrey Rush. Molto più plastico e macchiettistico quest’ultimo, decisamente verosimile ed angosciante nel suo combattere la balbuzie nervosa il primo. Doppiaggio privo di alcuna sbavatura, peccato non aver sentito recitare gli attori in lingua originale, così da confermare che la candidatura all’ambita statuetta paia anche a noi, popolazione delle sale di lingua latina, come meritata. Di certo la bravura degli attori è indubbia, espressioni mai forzate e semplici nel loro essere coinvolgenti, mentre ci raccontano il periodo immediatamente precedente all’incoronazione di Giorgio VI, in seguito all’abdicazione del fratello Edoardo VIII (ruolo affidato a Guy Pearce) che preferì l’amata al trono. Con la più totale discrezione e con al proprio fianco una tenacissima consorte, il futuro Re di Inghilterra si impegna quotidianamente a vincere la propria battaglia. E noi lo seguiamo durante gli incontri con i più disparati medici e siamo presenti quando sceglie di affidarsi ad una “voce fuori dal coro” che si rivelerà essere la scelta vincente.

Toccante ed Umano sono gli aggettivi più ricorrenti sul web quando si scorrono i commenti del pubblico e non si può che concordare. Di fatto il regista Tom Hooper (che forse molti ricorderanno per “il Maledetto United” e soprattutto per “Elisabeth”) è riuscito in una impresa decisamente non facile: il film piace indipendentemente dalla trama, dal contesto storico, dalla simpatia che si prova per gli attori, perché è un inno alla fiducia in sé stessi ed al non mollare mai, concetti che in un periodo storico come quello in cui stiamo vivendo, non possono che avere grande presa sul pubblico.
Non so se sia un gran Capolavoro, decisamente si merita un gradino del podio di questa annata cinematografica, ma qui si RECITA ( ! )



Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
# 1
Recensione che cattura per la leggiadra sobrietà del commentario.Stupendo film!!
Di Paola xxv -Vicenza (inviato il 03/02/2011 @ 22:56:49)
# 2
Ben detto! Forse non sarà un capolavoro ma indiscutibilmente é un magnifico film!!!Correte a vederlo.
Di Anonimo (inviato il 05/02/2011 @ 22:37:30)
# 3
Grazie Paola! Ansiosa di leggerti ancora (magari una bella recensione di una mostra in quel di vicenza?)
Di V. (inviato il 07/02/2011 @ 00:24:29)
# 4
Grazie anche a te del commento, Anonimo. Saremo d’accordo anche sulle prossime recensioni?
Di V. (inviato il 07/02/2011 @ 00:29:37)
# 5
Chissà! Dipenderà dal film e dalla tua recensione.( per tua info mi sono trovato spesso in accordo con le recesioni cinematografiche di questo blog!)
Di Anonimo (inviato il 15/02/2011 @ 19:36:01)
# 6
Felicissima che tu mi abbia trovato, allora, e curiosa di sapere come tu sia capitato qui!
Di V. (inviato il 17/02/2011 @ 23:44:34)