Recensione di The Alto Knights, il film di Barry Levinson solo al cinema dal 20 marzo!

Il poster italiano del film The Alto Knights - I due volti del crimine.

La locandina italiana del film The Alto Knights – I due volti del crimine.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Barry Levinson
CAST: Robert De Niro, Debra Messing, Cosmo Jarvis, Kathrine Narducci, Michael Rispoli
DURATA: 120 minuti
USCITA (cinema): giovedì 20 marzo 2025
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia


RECENSIONE

Frank Costello e Vito Genovese sono diversi nella personalità, ma uguali nel percorso. Entrambi italoamericani e provenienti dai quartieri poveri di New York, i due amici hanno scalato la strada del successo criminale finché Vito non è dovuto scappare in Italia per evitare la galera e allora Frank è diventato il “boss dei boss”, scatenando un’involontaria ma inevitabile frattura che farà covare all’altro gelosie, malafede e voglia di rivalsa per anni.

Robert De Niro e Robert De Niro in una scena di THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures.

Robert De Niro e Robert De Niro in una scena di THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures.

The Alto Knights, diretto da Barry Levinson, scritto da Nicholas Pileggi e tratto da reali vicende e veri personaggi, vede un Robert De Niro sdoppiarsi e interpretare entrambi i ruoli dei protagonisti, Frank Costello, “il primo ministro della malavita” e Vito Genovese, da sempre amici e poi acerrimi nemici nella spietata guerra mafiosa fra ganster nella turbolenta New York di fine anni ’50.

Thriller, drammatico, biografico: The Alto Knights è un classico gangster movie, che però non racconta un’ascesa, bensì una discesa. Un film crepuscolare, proprio come i suoi protagonisti. Il film, infatti, racconta la fine di un’epoca, che si sgretolò infrangendo le sue regole a partire dall’attentato verso Frank Costello fino ad arrivare ai numerosi (e rocamboleschi) arresti durante il raduno di mafiosi a Apalachin, da cui si comprese finalmente che la mafia era una vera e propria organizzazione.

Lo sceneggiatore Nicholas Pileggi è noto per le sue collaborazioni con Martin Scorsese, in particolare per Quei bravi ragazzi e Casinò, che fra l’altro sono tratti da due suoi celebri romanzi. Pileggi è stato anche produttore esecutivo di The Irishman (2019), quindi insomma: The Alto Knights è realizzato, scritto e prodotto da gente che ha masticato ganster movie a colazione, pranzo e cena per decenni. Anche perché Barry Levinson (Rain Man,  Good Morning, Vietnam) per il suo ritorno alla regia ha deciso di ripartire proprio da De Niro – con cui aveva già collaborato più volte in passato (indimenticabile Sleepers del 1996) – e da un gangster movie – ricordiamo Bugsy, 1991, che raccontava la vita di  Benjamin “Bugsy” Siegel, che negli anni ’40 fu coinvolto nella creazione di Las Vegas come centro del gioco d’azzardo.

Robert De Niro è Frank Costello in THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Rose Clasen.

Robert De Niro è Frank Costello in THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Rose Clasen.

Con The Alto Knights però, lo abbiamo detto, siamo al crepuscolo, sul viale del tramonto  sia per l’età dei creatori del film, sia per quella dei protagonisti, ma soprattutto perché il film si incentra proprio sulla vicenda che in qualche modo portò ai titoli di coda della malavita mafiosa di quell’epoca e alla fine di un’era.

La pellicola prende il via con l’attentato su ordine di Vito nei confronti di Frank: una inaspettata pallottola che però non lo uccide ma lo sfiora solamente, ferendolo. Il resto del film riguarderà le conseguenze di questa azione mancata ad opera del sicario Vincent Gigante (l’ottimo Cosmo Jarvis).

Vito è governato da una sete di potere che non si placa mai, è avventato e poco riflessivo. Frank, invece – come racconta lui stesso nei lunghi voice over – è stato con la stessa donna per 38 anni, è calmo, freddo, fedele, dai modi rassicuranti e dai principi morali rigidi. Frank è diplomatico, Vito è impulsivo. 

La prova attoriale di De Niro riesce a superare i rischi di un trucco prostetico che poteva risultare posticcio. La sua recitazione asciutta e precisa eleva i personaggi a due personalità approfondite dal punto di vista psicologico (anche grazie allo sceneggiatore, che chiaramente conosce molto bene il terreno su cui cammina), sottolineandone le conflittualità e i contrasti in ogni aspetto della vita, dal matrimonio alla vita criminale passando per la gestione delle amicizie.
Robert De Niro è Vito Genovese in THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Rose Clasen.

Robert De Niro è Vito Genovese in THE ALTO KNIGHTS. Photo Credit: Rose Clasen.

Oltre a vantare un reparto artistico e creativo di altissimo livello, The Alto Knights riesce a essere al contempo reale e archetipico, mettendo in scena temi universali come l’amicizia, il tradimento, la vendetta e soprattutto il classico trope “friends to enemies”. Tematiche che, da sempre, sono al centro del racconto letterario così come cinematografico.

Forse i continui voice over di Frank e alcune scene troppo verbose – in aggiunta a qualche salto avanti e indietro nel tempo piuttosto confuso – appesantiscono un po’ la narrazione, ma il ritorno di Barry Levinson alla regia e il primo doppio ruolo di De Niro come boss mafioso fanno di The Alto Knights un’opera più che godibile.

Con un’ottima ricostruzione storica e una perfetta realizzazione tecnica, il film è l’affresco di due menti criminali nel loro momento più basso, quello della ritirata, una storia che ancora non era mai stata raccontata e a cui De Niro dà un volto – anzi, due volti – come sempre come nessun altro avrebbe saputo fare.

Anche grazie alla sua lunga esperienza nel genere, De Niro con il suo talento e la sua versatilità riesce a conferire profondità, vulnerabilità, potere, e conflittualità a due personaggi, due ennesime interpretazioni memorabili da aggiungere alla folgorante e poliedrica carriera del più grande attore di tutti tempi.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER UFFICIALE

The Alto Knights - I due volti del crimine | Trailer Ufficiale