Recensione di Opus, il film con John Malkovich e Ayo Edebiri solo al cinema dal 27 marzo 2025!

OPUS, locandina italiana cinema

La locandina italiana del film OPUS ora al cinema!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Mark Anthony Green
CAST: John Malkovich, Ayo Edebiri, Juliette Lewis, Murray Bartlett, Stephanie Suganami, Young Mazino, Amber Midthunder, Tony Hale
DURATA: 104 minuti
DATA DI USCITA: giovedì 27 marzo
DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures


RECENSIONE

Alfred Moretti è una leggenda. Le sue canzoni hanno ispirato generazioni, la sua musica è un fenomeno globale e la sua vita – sospesa tra realtà, mito e gossip – incuriosisce e anima appassionati in ogni angolo del mondo, soprattutto da quando si è ritirato dalle scene. Ora, dopo oltre 20 anni di silenzio, Moretti annuncia che uscirà un suo nuovo album. Per promuoverlo, invita in un ranch isolato un gruppo selezionatissimo di giornalisti, critici ed esperti di musica. Per Ariel, giovane redattrice di belle speranze, è l’occasione che stava aspettando da sempre. Ma nella vita, come nell’arte, nulla è mai come sembra e sarà presto chiaro a tutti gli invitati che non c’è culto più pericoloso di quello della celebrità.

Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

Una scena del film Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

John Malkovich, Ayo Edebiri, Nile Rodgers & The- Dream: questi gli elementi principali di Opus – Venera la tua stella, opera prima di Mark Anthony Green.

Il regista ha lavorato per anni, fin da giovanissimo, nell’ambito della moda come giornalista per GQ. Ha intervistato celebrità dello spettacolo per più di un decennio, e qui ha creato il terreno fertile per ideare e poi realizzare un vero e proprio film dell’orrore che in qualche modo è tratto dalla sua esperienza.

È Ayo Edebiri (una delle co-protagoniste di The Bear) il nostro punto di vista in questo film: classico personaggio a cui manca qualcosa (autostima, ma anche talento) che la storia porterà agli estremi per farle compiere un arco di trasformazione drastico e che non faccia sconti, neanche e soprattutto a se stessa.

John Malkovich e Ayo Edebiri in Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

John Malkovich e Ayo Edebiri in Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

Ariel, infatti, è una giovane giornalista frustrata dal suo lavoro (per ora ha scritto solo storie mediocri e le idee più interessanti è costretta a cederle al suo capo) che sogna di scrivere grandi storie. Il problema è che per scrivere grandi storie bisogna vivere grandi esperienze (o perlomeno avere grandi immaginazioni e grandi sentimenti) e lei è “media” anche in questo, come le confessa anche il suo ragazzo (che forse è solo un amico, proprio per lo stesso motivo: Ariel non si butta e preferisce non provare niente di forte, restando nella medietà).

Ariel è acerba, seppur molto brillante, e dovrà vivere qualcosa di sconvolgente per uscire dalla sua esistenza grigia e appunto iniziare a esistere veramente, non più solo a sopravvivere.

In questo Opus è molto attuale e accurato: ci ricorda che per scrivere storie che abbiano un valore (e non siano solo resoconti o peggio ancora, gossip) bisogna sporcarsi le mani, andare in profondità e eventualmente anche toccare il fondo. La pellicola vira questa tematica sul genere horror, trasformando quello che poteva essere un sogno, in un incubo.

Se le scene musicali sono bellissime – grazie alla colonna sonora travolgente e all’interpretazione di John Malkovich (perfetto in questo ruolo)il resto purtroppo è piatto e scontato come la sua protagonista.

John Malkovich in una scena del film Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

John Malkovich in una scena del film Opus. Photo: courtesy of I Wonder Pictures.

Il classico tema del trasformare un paradiso in un inferno, pur essendo pieno di potenziale, in Opus non riesce mai davvero a prendere il volo. Le promesse sono interessanti ma poi tutto si sfalda cercando di trovare la stessa cifra stilistica di Midsommar senza riuscirci. La tensione è solo latente, non diventa mai inquietudine profonda

Anche il tema della setta religiosa, che avrebbe potuto offrire spunti molto disturbanti, viene trattato in modo un po’ posticcio e poco convincente. Tutto resta sullo sfondo, senza una vera esplorazione che possa lasciare il segno.

Opus è un’opera che sicuramente rispecchia la nostra epoca e fa una lucida fotografia delle contraddizioni della nostra società e del mondo dello spettacolo.

Parla di manipolazione, di icone e ossessioni, di un tormento che si nasconde dietro la ricerca della perfezione. C’è una profonda consapevolezza tematica, ma il film rimane un’occasione persa. Forse perché risulta essere proprio come ciò che critica: troppa forma e poca sostanza.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER ITALIANO UFFICIALE 

OPUS - Venera la tua stella | Trailer italiano ufficiale HD